martedì 16 dicembre 2008

Morgex /La Thuile - Lago di Arpy (2066m) - 13/14 dicembre 2008

Morgex /La Thuile - Lago di Arpy (2066m)
Vi raccontero’ di un week-end intenso, veramente come pochi...due giorni vissuti intensamente, tra amici francesi ed italiani ; due giorni di sci, neve, montagna, e divertimento!

Giorno 1
Macchina 1 : Ema, Marina, Marco, Maxime ed io
Macchina 2 : Arnaud ed il suo coinquilino
Macchina 3 : Giulia, Sophie e Caroline
Guest dell’ultima ora, in direttissima da Ginevra : Thomas

Partenza da Milano ore 6h45. Come da copione. Il meteo annunciava il peggior w-end di tutta la storia dei w-end di maltempo, e fin ora non siamo delusi. A Milano piove di brutto...Stranamente, arrivati in valle d’Aosta 2 ore dopo, il cielo si apre ed assistiamo ad alcune schiarite molto incoraggianti. Bene, oggi, ne approfittiamo! Ritroviamo le altre 2 macchine all’Autogrill poco prima del casello di Morgex. Colazione, e via. Raggiungiamo la località di La Thuile in 2h45’. Per adesso niente catene, tutto prosegue perfettamente. Arrivati agli impianti, lasciamo i nostri compagni alle piste, e mentre loro si dirigono verso noleggio-sci e skipass, Ema ed io seguiamo le indicazioni che abbiamo scaricate dal sito dell’associazione fondisti di Morgex ; siamo diretti al Colle San Carlo, località Arpy (1971m). L’obbiettivo di oggi è una facile ciaspolata, sù fino al Lago di Arpy (2066m). L’escursione è consigliata da febbraio ad aprile, ma noi ci proviamo comunque. Uscendo dalla macchina ci accorgiamo che la temperatura è di -4°C, ma non ne risentiamo più di tanto.

Ci incamminiamo dunque lungo il sentiero n°15, inoltrandoci nel bosco di abeti e larici. Il percorso è piacevolmente pianeggiante e, passato un breve tratto in salita, arriviamo al bivio tra i sentieri 15-19 ed il sentiero 16 (per il Colle de la Croix) che lasciamo alla nostra destra. Da lì, la traccia non è più battuta, e siamo dunque noi ad aprire la via, sprofondando ad ogni passo in 20cm di soffice neve polverosa. Ogni tanto scorgiamo delle impronte di camoscio, che seguiamo visto che l’animale ha camminato proprio lungo il sentiero del CAI per il resto del percorso. Ci inoltriamo nel vallone di Arpy, sino a raggiungere una ripida salita, dopo la quale proseguiamo lungo la mezza costa alla base del crinale che discende dal Col de la Croix. Il silenzio è totale, non abbiamo incontrato un’anima viva da quando siamo partiti. A fianco di montagna, tra i larici completamente ricoperti di neve, ci divertiamo a sprofondare i bastoni da camminata per vedere fin dove affondiamo...presto ci rendiamo contro che stiamo camminando su oltre 1.70m di neve. La vigilanza però ci fa riflettere sul fatto di andare a spasso su così tanta neve, i cui strati non sono ancora ben assestati, e per giunta su una pista non battuta quando il pericolo valanghe in tutta la Valle d’Aosta è a livello 5... La descrizione inoltre avverte che il lungo traverso finale è da percorrere solo con condizioni ottimali. E noi decidiamo che queste condizioni oggi non ci sono. Percui, facciamo marcia indietro, e presto incontriamo una coppia di Milanesi che ci complimentano per aver aperto la via (in fatti non è stato per niente riposante!). Noi nel frattempo ci accostiamo su un piccolo promontorio di neve, al sole, e pranziamo di gusto. La vista è proprio bella : alberi fittissimi sui fianchi delle montagne ripide e piene di neve, sole accecante tra 2 nuvoloni, ed il silenzio. Un sorso di Grappa conclude il nostro pranzo montanaro, e ci rimettiamo in cammino. Siamo raggiunti dalla coppia di prima, che viene a confermarci quanto pensavamo sul percorso : il traverso è troppo pericoloso, e anche loro si sono fermati prima di arrivare al Lago. Torniamo alla macchina verso le 15h, e scendiamo alla Thuile dove ci spariamo una bella cioccolata calda in un piccolo bar molto conviviale, dove tutti ci salutano come se fossimo del posto. Dopo una rapida spesa per rifornirci in Genepì e Moccetta, torniamo dai nostri amici alle piste, che ci dicono aver sciato in condizioni ottimali, a parte per una leggera foschia che ogni tanto sorgeva in cima. Comunque tutti, anche quelli meno sperimentati, hanno provato l’ebbrezza delle piste nere.
Nel bar, tra birre e bombardini, incontriamo anche alcuni colleghi della Société Générale (quelli della banca depositaria) che hanno costituito un club di sciatori, ai quali molti di noi stanno pensando di iscriversi. Le loro tute spaccano!!

Rifocillati e riscaldati, decidiamo di incamminarci verso l’ostello alle 17h30. Dopo un pò di casino per recuperare tutte le macchine, seguiamo le indicazioni del GPS e torniamo sui passi di oggi, oltre il Colle San Carlo, e continuiamo a salire tra la nebbia densissima, nell’oscurità totale, tra larici giganteschi che costituiscono attorno a noi un’atmosfera spaventosa almeno quanto quella del film Blair Witch Project. Finalmente, arriviamo al bivio dove un cartello ci indica la strada da seguire per arrivare all’Ostello Valdigne. In mezzo alla strada incontriamo 2 tipe ucraine (madre e figlia) completamente sbarellate che ci chiedono la strada per andare a Tignes...Tignes?? Dopo aver tirato fuori le guide diplomatiche e anglofoni che sono in noi, spiegamo loro che la strada non è proprio quella (!), ma loro non ne vogliono sapere niente, vogliono evitare a tutti i costi il tunnel del Mont Blanc...allora decidiamo, vista l’ora avanzata, di lasciarle alla loro sorte.

Incasinati nella salita che precede l’arrivo all’ostello, la macchina non ne vuole sapere niente e slitta sull’asfalto ormai completamente ricoperto di ghiaccio. Thomas, che ne sa di queste cose visto che abita a Ginevra, ci da gentilmente una mano a montare le catene nel buio e nel freddo pungente, e finalmente riusciamo ad arrivare, sani e salvi, all’ostello. Lì, una bella cena montanara ci aspetta : polenta e salsiccia, vinello valdostano, e poi la serata continua tra genepì, prosecco e giochetti “per bere” dato che è il compleanno di Caroline. Andiamo a letto a mezzanotte, ed è inutile dire che vista la stanchezza e le emozioni della giornata, ci addormentiamo subito.

Giorno 2

Sveglia alle 7h30. Apriamo le persiane, e ci accorgiamo che il meteo aveva (purtroppo) visto giusto : nebbia, neve, vento, e -7°C. Lo spalaneve si traccia difficilmente una via sulla strada principale, liberando progressivamente le macchine dalla loro prigione di neve. Queste ultime sono ricoperte di uno strato di 20cm di polvere bianca, il ché comincia a farci dubitare su quello che potremo fare oggi. Sciare con vento forte, neve e foschia, non è proprio il top. Le altre macchine mettono le catene, e scendiamo, con molta difficoltà, la strada che ci riporta a la Thuile. La macchina sbanda, si spegne a ripetizione, e facciamo veramente fatica a capire qualcosa visto il maltempo che continua ad abbattersi in questa zona. Bene o male, arriviamo alla stazione di sci. I più impetuosi e spericolati dei nostri amici sono euforici, ma noi decidiamo che non è proprio il caso di provarci. Riusciamo a farci rimborsare l’affitto del materiale e lo skipass giornaliero, e ci fiondiamo nel bar, mentre ogni tanto gli altri tornano, conciati di neve fino ai capelli, stalattiti nella barba ed altro (!)

Infine decidiamo di tornare a Milano verso le 16h30, e sentiamo alla radio di quanto questo w-end sia stato meteorologicamente devastante in tutto il Nord Italia...Ebbene, noi c’eravamo!!!
Sempre e comunque!

Romy White Steinbock